Panpepato o pampepato: il tipico dolce natalizio

panpepato

Il panpepato o pampepato il tipico dolce natalizio laziale con origini lontanissime. Cioccolato, frutta secca e spezie vi regaleranno la magia del Natale.

La ricetta del panpepato

Il panpepato o pampepato è un dolce tradizionale delle periodo natalizio tipico dell’Italia Centrale – Ferrara -Terni- Rieti – Siena – Anagni e tutta la Ciociaria- caratterizzato dalla presenza di frutta secca – mandorle, noci e nocciole – legata con il miele e poca farina e profumato di spezie – pepe, noce moscata, cannella e candidi.
L’origine del nome ha una doppia interpretazione: originariamente pan-papato perché destinato agli alti prelati, fu poi denominato pan-pepato (speziato) quando nella sua ricetta fu introdotto il cioccolato considerato afrodisiaco.
Resta forse la sua forma ” a papalina” a ricordare ancora la sua origine ecclesiale.

La ricetta nel corso dei tempi ha subito trasformazioni personalizzate dalle singole famiglie e artigiani non solo nella quantità di frutta secca utilizzata, ma anche nella scelta della frutta, fermo restando la presenza comune di noci, nocciole e mandorle.
Il panpepato non deve essere confuso con il pangiallo, anch’esso tipico dolce laziale del periodo natalizio, caratterizzato dal fatto di essere un “lievitato” senza cioccolato ed il cui nome deriva dal fatto che, anticamente, era ricoperto esternamente con acqua di zafferano responsabile del caratteristico colore giallo.

Il panpepato

Siete ancora in tempo a preparare il panpepato e a non farlo mancare sulle vostre tavole nei giorni di festa: la ricetta è facilissima, rapida e richiede solo un minimo di riposo prima della cottura per fare amalgamare bene gli ingredienti e gli aromi. Regalare il panpepato agli amici è una buona tradizione 😉  

Il panpepato

100 g di noci al netto
100 g di nocciole
100 g di mandorle
100 g di uva passa
100 g di canditi (arancio o cedro)
120 g di cioccolato fondente o gocce di cioccolato
200 g di miele
1 cucchiaioni di pepe nero
1 cucchiaino di cannella in polvere
noce moscata q.b.
farina 0 q.b.
Ingredienti

Fate rinvenire in acqua tiepida l’uvetta passa per circa 30 minuti.
Scolatela, strizzatela bene e tenetela da parte.

Versate il miele in un tegamino e mettetelo sul fuoco a bagno maria in modo che si sciolga.
Nel frattempo raccogliete in una ciotola tutta la frutta secca spellata e tritata grossolanamente; unite l’uva passa, il cioccolato fondente tritato a coltello, i canditi e le spezie. IO Ho omesso la noce moscata che proprio non mi piace.
Mescolate per amalgamare il tutto quindi versate il miele oramai sciolto e, con l’aiuto di un cucchiaio di legno, amalgamate bene il tutto; il miele caldo farà sciogliere completamente il cioccolato che darà compattezza e “corpo” al composto.
Versate ora a pioggia quel tanto di farina che basta per legare completamente il composto e permettervi di maneggiarlo, renderlo omogeneo e dare la forma caratteristica di semi sfera.
Se potete lasciate riposare il vostro panpepato per 12 ore prima di cuocerlo…gli aromi si mescolano, si completano e si amalgamano meglio.

Rivestite con carta forno una teglia, trasferite il composto e mettete in forno già a 180° per circa 30  minuti o fino a quando la superficie non risulta bella scura.
A cottura terminata, sfornate, lasciate raffreddare completamente prima di gustare il panpepato.

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15 Comments

  1. buongiorno, ho letto la ricetta del panpepato che vorrei fare ma mi sembra di ricordare che ci andrebbe anche il caffè o è una variante di qualche luogo? grazie.

    • Buongiorno cara Maria, direi di no…il caffè non ci va proprio. Però nel testo della ricetta c’è scritto che la ricetta nel tempo ha subito variazioni anche secondo la tradizione familiare. Può darsi che tu abbia letto una delle varianti ma è un’ingrediente che a noi non risulta.
      Grazie di averci contattato e Buon Natale!

  2. Buonasera, ho preparato un ottimo panpepato aumentando le dosi del pepe. Ovviamente è un gusto personale, ma trovo che aggiungere 2 cucchiai di pepe nero unitamente ad una abbondante grattugiata di noce moscata rendano il dolce gradevolissimo

    • Grazie Maurizia! Ci hai dato uno spunto, sai che questa tipologia di dolce avrà una ricetta per ogni famiglia e saranno tutte deliziose. Aggiungere del pepe e la noce moscata sarà sicuramente un’idea per chi come te ama il piccantino aromatico del pepe e la noce moscata che esalta gli altri ingredienti.

    • Ciao Rosy, immaginerai che questo dolce più sta e più diventa buono. Le spezie, il pepe, la frutta secca rilasceranno aromi e prufumi che rendereanno il dolce ancora più buono. Se riesci a conservarlo beata te, da noi sparisce nel giro di poco tempo ;-)! Di solito lo incarto con della carta o da forno o la carta trasparente che compro nei negozi tipo cartaria per alimenti la stessa con cui si incartano i cesti. Non devi fare altro. Comunque direi sempre non più di un mese e questo lo dico secondo la mia personale esperienza. Un tempo ne facevo tantissimi da regalare o portare a qualche cena e a volte rimanevo con qualche avanzo anche fino a fine a gennaio. Sempre ottimi ma non andrei oltre. Buon natale Rosy

  3. Ciao, sono nata a Priverno e vi ho spesso soggiornato d’estate anni e anni fa e naturalmente ho ereditato la ricetta del panpepato con una variante particolare. Mia nonna non metteva le nocciole (non c’erano a Piperno?) e neppure i canditi ma le scorze d’arancia col loro albedo tagliate a pezzetti e bollite. In questo modo il dolce, arricchito anche da fichi secchi e pinoli, acquista un gusto amaricante molto gradito dopo pranzo. Parenti e amici da me beneficati, cominciano a farsi avanti già a metà novembre!

    • Grazie Adriana per il tuo contributo. Il panpepato nella Ciociaria assume tante varianti. Una cucina povera e ricca di inventiva con quello che si aveva a portata di mano. Molto invitante la versione di tua nonna! Ne facciamo tesoro.

  4. Buona sera, vedo che fra i luoghi tradizionali del panpepato avete incluso anche Ferrara. È vero, a Ferrara il dolce tradizionale si chiama pampepato oppure Pampapato, ma non è lo stesso che descrivete voi, del resto Ferrara è in Emilia-Romagna e non in centro Italia. Mandorle, canditi, cacao, miele e spezie, poi, dopo 15 giorni e più di stagionatura, viene ricoperto di cioccolato.

  5. Buonasera, sono ciociara di origini, Paliano, nella ricetta tramandata dalle nonne
    è previsto il mosto…..forse per il gusto personale ….ed anche un pochino di pepe…..
    Devo dire che il panpepato o panpepato in tutte le sua varianti è un dolce buonissimo !

    • Buongiorno Bruna, grazie per averci scritto. E’ vero, di Pampepati ne esistono varie versioni, tutte sublimi! Con il mosto sicuramente è un’altra variante deliziosa. Ed è proprio quella che probabilmente prepareremo per lo speciale di Natale di Lazio Gourmand Magazine di quest’anno. Infatti una mia cara amica ci ha regalato una ricetta di panpepato che prevede proprio l’utlizzo del mosto!!! Sto provvedendo a reperire tutti gli ingredienti per prepararlo!!! Grazie ancora e continua a seguirci!

  6. Buonasera, il pampepato originario della provincia di Terni, quindi umbro, andate a controllare sul web. Il pampepato di Terni ha ottenuto IGP e la ricetta che risale addirittura al 1500 circa e ha avuto nel tempo molte varianti ovviamente. Nasce come un cibo povero tanto è vero che non c’era la cioccolata, ma la farina di carrube. Oggi prevede in genere perché poi la ricetta varia da famiglia a famiglia, frutta secca (noci, mandorle, pinoli, nocciole) canditi, uvetta, miele, cioccolato fondente, mosto cotto, caffè, cacao, liquore tra cui anche il rosolio di cannella, spezie tra cui il pepe e poca farina. Le dosi si fanno in base al peso delle noci. Si mescola tutto, la frutta secca va tostata in forno tranne le noci, sciogliendo miele e cioccolato e poi si fanno dei piccoli panetti arrotondati e si cuociono al forno circa 20 m. Si lasciano stare per 12 ore ed il giorno dopo sono pronti.

    • Buongiorno Fiorella, grazie per il tuo riscontro. Certamente il pampepato è un dolce tipico di tutta l’Italia Centrale e abbiamo menzionato anche Terni nell’Articolo. Nella nostra ultima raccolta delle feste natalizie abbiamo incluso anche quello con il mosto cotto. E’ certo che ogni famiglia ha il proprio al quale è più affezionato. Quando è nato il pampepato le provincie e le regioni erano vicine ma la suddivisione era un po’ diversa e in ogni caso le regioni limitrofe spesso condividono usanze, tradizioni e ricette. Non voglio svilire la nascita del Pampepato nella provincia di Terni, è probabile che nasca lì e poi si sia diffuso in tutte le regioni del centro Italia che oggi lo considerano uno dei dolci tipici tipici natalizi.

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