Tradizione, sperimentazione, riscoperta e ricerca archeologica, così si può sintetizzare la storia dell’Azienda Agricola Casale Del Giglio.
Sono stata ospite dell’Azienda Casale del Giglio in un’anteprima di “Cantine Aperte“, appuntamento del Movimento Turismo del Vino, in programma sabato 28 e domenica 29 maggio: 160 ettari di vigneti riconvertiti a filare, terreno sabbioso, vicinanza alla costa, circondano la struttura; all’interno un’oasi naturalistica incontaminata e un’area con scavi archeologici.
La storia dell’Azienda Agricola Casale Del Giglio inizia più di cento anni fa ad Amatrice, un piccolo paese del Lazio immerso nel Parco Nazionale del Gran Sasso Monti della Laga e continua nell’Agro Pontino, un territorio ancora vergine in termini di viticoltura. Il 5 marzo 1914 Emidio, Isidoro ed Antonio Santarelli costituiscono la “Ditta Berardino Santarelli & Figli”, che porta il nome del Fondatore Berardino, Mercante di Vino.
Nel 1967, Dino Santarelli, affascinato dall’Agro Pontino, crea “Casale del Giglio”, a Le Ferriere, non lontano dall’antica Città di “Satricum”, in provincia di Latina circa 50 Km a sud di Roma. Il territorio rappresentava, rispetto ad altre zone del Lazio e ad altre Regioni d’Italia, un ambiente nuovo, tutto da esplorare dal punto di vista vitivinicolo.
L’assenza di passato enologico diviene uno stimolo per sperimentare, così nel 1985 Antonio Santarelli, insieme al padre Dino, avvia il progetto di ricerca e sviluppo “Casale del Giglio”, autorizzato dall’Assessorato all’Agricoltura della Regione Lazio, ponendo a dimora sui suoi terreni quasi 60 varietà di vitigni sperimentali. Al progetto collaborano importanti esponenti del mondo della ricerca in campo enologico e agricolo: Paolo Tiefenthaler, enologo dell’azienda, ed il Prof. Fulvio Mattivi della Fondazione Edmund Mach – Centro Ricerca ed Innovazione dell’Istituto Agrario Provinciale San Michele all’Adige; il Prof. Attilio Scienza, dell’Istituto di Coltivazioni Arboree dell’Università di Milano; il Prof. Angelo Costacurta, dell’Istituto Sperimentale per la Viticoltura di Conegliano. Arrivano importanti risultati sulle uve rosse Syrah e Petit Verdot e bianche come Sauvignon, Viognier e Petit Manseng, che danno vita a diverse etichette da monovitigno oppure da assemblaggio, come Antinoo e Aphrodisium.
Ad oggi Casale del Giglio ha provveduto a riconvertire a filare tutti i suoi 160 ettari di vigneto e a introdurre nuove varietà ispirandosi ai modelli di coltivazione viticola praticati a Bordeaux, in Australia ed in California, dove si trovano territori esposti all’influenza della costa, esattamente come l’Agro Pontino, che beneficia dell’influenza del Mar Tirreno.
L’azienda Casale del Giglio, cresciuta grazie ai vini da grandi vitigni internazionali come il Merlot e lo Chardonnay che si sono affiancati ai vitigni del IGT Mater Matuta e Satrico, ha conquistato il mercato romano e laziale, e si è estesa anche a livello nazionale e estero. Ora punta alla riscoperta di alcuni vitigni autoctoni laziali. Da qualche anno infatti, Antonio Santarelli ha dato il via a un nuovo progetto, la riscoperta di alcuni vitigni autoctoni laziali dimenticati, il loro recupero e valorizzazione. Vitigni autoctoni e internazionali insieme, quindi e a Casale del Giglio è così iniziata la produzione di due nuove etichette, due bianchi: il Bellone di Anzio e la Biancolella di Ponza. Il progetto di recupero “Antium Bellone di Anzio 2014” segna il ritorno del “Bellone”, tipico della zona di Anzio. Di origini antichissime, era già noto in epoca romana e menzionato nel Bollettino Ampelografico del 1881.
La Biancolella di Ponza, una piccola produzione di nicchia, è un vitigno di origine campana, ora autoctono laziale, che risale all’epoca borbonica quando fu importata da Ischia a Ponza nella metà del ‘700 . Un paziente lavoro di aggregazione di piccoli appezzamenti , alcuni presi in gestione con vigneti storici recuperati, altri acquistati e trasformati in vigneti, tutto con una attenzione particolare alla conservazione del paesaggio isolano, con interventi puntuali senza stravolgimenti e con il recupero di mini appezzamenti.
Le uve nascono lungo un piccolo altipiano di Ponza, chiamato “Piano degli Scotti” al di sopra del quale si erge il Faro della Guardia, risalente all’800, patrimonio della collettività per il valore storico culturale e per l’elevato interesse paesaggistico. Gino Scotti ha preso in gestione il progetto e i fratelli Silverio e Gabriele Scotti curano i vigneti.
La resa del vitigno Biancolella è di circa 1 kg a pianta, la maturazione tardiva permette all’uva di immagazzinare profumi, aromi e sapori; la macerazione di parte delle bucce produce tannino con funzione antiossidante. Il progetto di valorizzazione della Biancolella prevede l’impianto di nuove marze provenienti dai vigneti recuperati; viene mantenuto il tipo di coltivazione a spalliera, a Guyot, tipico dell’isola, riducendone l’altezza per diminuire l’esposizione alla salsedine e ai venti freddi di Maestrale. Il progetto ha una doppia valenza perché oltre al recupero di alcuni vigneti, pare che a Ponza fossero 350 gli ettari coltivati, si contrasta anche il dissesto idrogeologico che interessano l’isola. La produzione del Biancolella è così arrivata intorno alle 4000 bottiglie, commercializzate quasi esclusivamente a Ponza. Ho visitato questi splendidi vigneti che si affacciano sul mare e la piccola cantina.
Una ricerca anche nel campo archeologico col progetto “Satricum“, non a caso molti vini di Casale del Giglio hanno nomi che riportano al passato del territorio. Antonio Santarelli da anni porta avanti il progetto archeologico di Satricum, in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio, i comuni di Aprilia, Latina e Nettuno e con l’Università di Amsterdam sotto la direzione della professoressa Marijke Gnade, che ha permesso di individuare la Via Sacra che conduceva al tempio della dea Mater Matuta e il ritrovamento di un calice in ceramica usato per il vino risalente al V secolo avanti Cristo.
Dopo l’interessante visita dell’azienda e la degustazione dei vini nella sala con le grandi terrazze che affacciano sui vigneti illuminati dalla luce calda del tramonto, abbiamo concluso la giornata con la cena in cui i piatti della tradizione laziale sono stati accompagnati da alcune etichette dell’Azienda.
Antinoo, bianco IGT, elegante e complesso al naso, in bocca ha una mineralità persistente che si addolcisce nel finale, ottimo l’abbinamento con la Pasta alla Gricia. Con l’Amatriciana la scelta è caduta sull’ Albiola, un rosato IGT dal bouquet intenso, in bocca mostra grande consistenza con un finale lungo e fruttato. Al secondo di carne, un classico pollo arrosto ma con carni saporite e consistenti, è stato abbinato Il Petit Verdot; vinificato in purezza da uve molto mature, regala un vino dal colore rosso rubino intenso, con profumi fruttati, floreali e una caratteristica nota speziata. Complessità, carattere, profumi intensi, grande corpo, è il momento del Mater Matuta, uno dei rossi più premiati del Lazio, abbinato ai formaggi di latte di bufala. Il nome deriva dall’antica divinità dell’Aurora cui è dedicato il Tempio di Satricum. Rubino cupo, densissimo; al naso spiccano sentori balsamici, poi caffè scuro in grani, viola e marasca matura. Emerge, infine, una forte speziatura di coriandolo, noce moscata e cannella. Bocca che avvolge e seduce grazie ad una trama tannica perfetta e ad una ben integrata freschezza. Finale fruttato e persistente. Non si può concludere una cena senza un dolce! Eccolo, arriva il semifreddo all’amaretto e Aphrodisium, un blend di Petit Manseng, Viognier, Greco e Fiano; color giallo oro, al naso è fresco e floreale, in bocca è dolce e avvolgente con note minerali.
Ottimi i vini, squisita l’ospitalità! Questo fine settimana l’Azienda Casale del Giglio aderisce a Cantine Aperte, evento che si svolge tutti gli anni l’ultimo weekend di maggio, il più grande evento enoturistico in Italia. In questa occasione gran parte delle cantine associate al Movimento aprono le loro porte agli “enoturisti” proponendo attività in grado di far apprezzare non solo il vino prodotto, ma anche il lavoro, le storie e le tradizioni che stanno dietro una bottiglia.
CANTINE APERTE A LE FERRIERE
Sabato 28 e Domenica 29 Maggio 2016
dalle ore 10.30 alle ore 18.30
Visita guidata (gratuita) in azienda della durata di circa 1 ora senza prenotazione.
Degustazione dell’intera gamma dei Vini aziendali in abbinamento a prodotti tipici del Territorio.
Visita guidata (gratuita) al Museo di Satricum, a Le Ferriere, dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Per ulteriori informazioni rivolgersi alla Cantina
tel. +39.06.92902530 – e-mail: sonia.buratti@casaledelgiglio.it
CANTINE APERTE A PONZA
Sabato 28 e Domenica 29 Maggio 2016
dalle ore 10.30 alle ore 18.30
Percorsi fra i vigneti isolani e visita gratuita alla piccola cantina (durata 1 ora)
con degustazioni enogastronomiche in loco. Non occorre prenotazione.
Punto di incontro: Bar GILDO in Piazza Sindaco Vitiello n. 13 – Ponza. (telefono: +39.0771.80647)
Se di interesse, l’agenzia Ponziana Viaggi – Visit Ponza (telefono +39.0771.80368)
potrà fornirVi assistenza necessaria per l’acquisto del biglietto del traghetto/aliscafo
Per ulteriori informazioni rivolgersi alla ns. Responsabile dell’Accoglienza
Dott.ssa Linda Siddera (cellulare: +39.349.6294469 – e-mail: linda.siddera@casaledelgiglio.it)
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