Alimentazione e Autismo: Università di Tor Vergata e APCI Chef, insieme. Vi racconto un pomeriggio trascorso da Eataly Roma insieme ad alcuni ragazzi autistici, l’Università di Tor Vergata e l’APCI Lazio (Associazione Professionale Cuochi Italiani, delegazione Lazio) con Fabrizia Ventura, Direttore APCI Lazio e Consigliere Nazionale, gli chef Cristina Todaro, Michelle Rocha e Stefano Bartolucci e la star dell’evento lo chef Christian Passeri, il finalista di Masterchef11, l’ultima edizione andata in onda questo inverno.
Christian è stato il mio preferito all’interno del programma. Oltre ad avere intuizioni geniali nelle ricette proposte, era lì per superare quelli che lui definiva limiti. Christian è un ragazzo autistico che non ha mai nascosto le sue difficoltà, anzi ne ha fatto un punto di forza, e ha permesso a tutti noi, telespettatori e non, di entrare nel suo mondo e di apprezzare ogni sua conquista. Christian è arrivato in finale, la sua più grande vittoria! Come ha detto lui, durante il Convegno, non pensava di rimanere più di qualche ora all’interno del programma e invece ha superato prove difficilissime, tempi frenetici, giudizi a volte durissimi da parte dei giudici, che non hanno fatto sconti, anzi hanno creduto in lui e lo hanno sempre spronato alzando ad ogni prova il livello. Bravo Christian sei stato il nostro eroe, un esempio per tutti, indistintamente, al di là della patologia.
Il Convegno è iniziato venerdi mattina 8 luglio a Tor Vergata con una serie di interventi da parte degli specialisti di Neuropsichiatria del reparto guidato dal Prof. Luigi Mazzone e si è concluso proprio da Eataly, dove la parte più ludica è stata la realizzazione di una ricetta dello chef Christian Passeri, Risotto in trasformazione (Risotto blu con carote in salsa di soia).
Perché Alimentazione e Autismo? Non avevo la più pallida idea che l’alimentazione potesse in qualche modo modificare lo stato di salute e mentale di una persona affetta da autismo. Chi riceve questa…diagnosi (per i medici) o sentenza (per i genitori) è pesante, difficile da metabolizzare e soprattutto la cosa che spaventa di più è la solitudine. Solitudine perché già sai che sarai tu e soltanto tu, con il tuo compagno/a, a dover affrontare tutto; solitudine perché sai che difficilmente troverai amicizie disposte a condividere e ad aiutarti, ma soprattutto amici per tuo figlio/a; solitudine perché sai che dovrai affrontare persone che ignorano, che hanno pregiudizi, ma soprattutto che non sono sufficientemente preparati come dovrebbero (insegnanti, istitutori, tutor); solitudine perché sai che non avrai aiuti a sufficienza da parte dello Stato.
Sapere che l’alimentazione può aiutare, associata a tanti altri interventi, a migliorare la vita fisica e mentale di un figlio/a è confortante. Ho compreso, dalle dichiarazioni dei medici presenti, che i ragazzi autistici hanno delle preferenze che possono essere le più disparate: dal colore del cibo, all’odore, dal sapore e dalla consistenza. A volte rifiutano il cibo, o non si siedono a tavola con la famiglia, preferendo isolarsi durante i pasti. Hanno gravi disturbi del sonno dovuti a importanti problemi gastrointestinali, ecco perché è importante con l’alimentazione aiutarli, per favorire loro un sonno migliore regalando giornate più tranquille in famiglia.
Vedere i ragazzi li, una piccola rappresentanza scelta dall’Università, tutti insieme, nella grande cucina di Eataly Roma all’ultimo piano dove è situato lo Spazio Eventi, a condividere con gli chef presenti, attrezzi da cucina, cibi di diversa forma, odore e consistenza e veder realizzato un piatto creato da loro è stata un’esperienza unica.
Ho portato con me mio figlio, adolescente. Lui frequenterà, il prossimo anno, il terzo anno dell’Alberghiero di Rieti. Ho voluto che toccasse con mano il significano di difficoltà, ma soprattutto che comprendesse di non essere l’unico ad avere bisogno spesso di aiuto e non riuscire a fare alcune cose. Lui ha seguito Christian nella puntate di Masterchef, ha visto la caparbietà di questo ragazzo, ne ha percepito l’ansia da prestazione, ma anche il divertimento. Questa è la chiave, come dice Christian: “Divertirsi, solo così sono riuscito ad arrivare in finale“.
La professionalità di Fabrizia Ventura, la pazienza, l’autorevolezza e la dolcezza che ha dedicato ai ragazzi durante la preparazione del risotto, è stato toccante. Ma tutti gli chef presenti hanno contribuito al successo del piatto, incitando e premiando i ragazzi con i meritati complimenti sull’uso delle attrezzature e sul piatto finale. Christian poi ha anticipato ogni loro difficoltà e con chiarezza è stato molto generoso nelle spiegazioni, con tutti.
Il risotto era ottimo e i ragazzi insieme a Fabrizia e Christian hanno fatto una magia: hanno tagliato in quattro un cavolo rosso, poi lo hanno immerso in un pentolone con acqua e sale e poi messo a bollire sul gas. Ad un certo punto della cottura l’acqua è diventata blu, lasciando i ragazzi meravigliati. Con quell’acqua hanno portato a cottura il riso, che ovviamente si è colorato e dopo aver pelato delle carote e ridotte a striscioline Christian a Fabrizia le hanno saltate in padella con solo salsa di soia e un poco di miele. Il piatto finito aveva una cromia d’impatto: arancione sul blu.
E come dice Fabrizia “…Tutti i cuochi in cucina hanno delle problematiche, è bellissimo lavorare con i ragazzi, è divertente e quindi ben vengano queste esperienze”
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