Peperoni in padella alla romana

peperoni in padella alla romana

I peperoni in padella alla romana  fanno parte della cucina tradizionale del Lazio che ha sempre accolto con grande entusiasmo i peperoni, in quella romana soprattutto i verdi, ma da tanto tempo oramai i nostri mercati e le nostre coltivazioni si sono arricchite di tante varietà e colori: gialli rossi, a cornetto, friggitelli, corno di toro… La ricetta di oggi prevede i classici peperoni grandi, polposi. Ada Boni ci consiglia solo quelli verdi, io ho optato per un piatto più colorato!

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La lattuga romana

lattuga romana

La lattuga romana  (Lactuca sativa ) appartiene alla famiglia delle Compositae, varietà longifolia. Le foglie sono dritte, con nervature evidenti, il cespo è allungato e compatto. La parte centrale è bianca mentre man mano che si arriva alle foglie più esterne diventa gradualmente di un verde più intenso, soprattutto nei bordi. La grossa costa centrale è la parte più succosa e fragrante.

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Frittata alla burina

Frittata alla burina
Il termine “burino”, in dialetto romanesco si riferisce al contadino, colui che viene dalla campagna. Oggi è anche sinonimo di persona rozza, a volte volgare.
La frittata alla burina, piatto preparato con i tipici prodotti della campagna romana, lattuga e pecorino, porta alla mente proprio i contadini. Erroneamente si pensava che provenisse da “buro – burini”, cioè burro, venditori di burro. In realtà da una ricerca più attenta salta fuori che deriva dal latino “buris-is”, ovvero il manico dell’aratro in riferimento ai braccianti della Romagna, all’epoca dell’appartenenza al territorio dello Stato Pontificio, ingaggiati come lavoratori stagionali nell’Agro Romano, come riporta Fernando Ravaro nel suo “Dizionario Romanesco” un’opera con oltre 11.000 voci, 18.000 citazioni di autori di ogni tempo, più di 7000 locuzioni e forme tipiche, frutto di un ventennio di studi, osservazioni, ricerche.  E quindi mi fido!

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Piselli da sgranare…a Roma da scafà

piselli da sgranare i piselli novelli della campagna romana

I piselli da sgranare, sono tra le più antiche piante di legumi e si presentano in svariate forme: tappezzanti, a cespuglio e a singole piante rampicanti, che possono raggiungere anche i 2 m di altezza se sostenute da apposite strutture. In commercio, si distinguono (anche se non è sempre così evidente) i piselli rugosi da quelli lisci o i piselli da sgranare…a Roma da scafà. I primi contengono glucidi, soprattutto sotto forma di fecola, hanno un gusto leggermente farinoso e si usano per lo più essiccati. I piselli lisci, più delicati, contengono invece glucidi generalmente sotto forma di zucchero, e non possono essere essiccati perchè i loro grani non recuperano la consistenza originaria al momento della cottura.

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Lesso alla picchiapò

lesso alla picchiapò

Doverosa precisazione – prima di darvi la ricetta del lesso alla picchiapò – nel segnalare  la differenza tra lesso e bollito.
Lesso: è così definita la carne dopo averne estratto il brodo. Si prepara sul gas una pentola con gli odori classici, l’acqua fredda e si immergono il muscolo di manzo e un osso, di solito il ginocchio, così si ricava un profumato e saporito brodo a discapito della carne. Bollito: stesso procedimento del lesso ma la carne, (parti più nobili) viene immersa solo dopo che l’acqua e gli odori iniziano a bollire creando così una cicatrizzazione dei tessuti che impedisce la fuoriuscita dei nutrienti rendendo la carne succulenta e morbida.

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I fagioli del Purgatorio di Gradoli

fagioli del purgatorio di Gradoli

Perchè fagioli del Purgatorio di Gradoli?
Questo piccolo fagiolo deve il suo nome al Pranzo del Purgatorio, un’antica tradizione che risale al XVI secolo e che ogni anno si rinnova a Gradoli il mercoledì delle Ceneri. Il pranzo veniva organizzato dalla Fratellanza del Purgatorio per raccogliere fondi destinati al sostentamento delle famiglie in difficoltà. Era rigorosamente di magro , a base di pesce di lago e fagioli conditi con l’olio delle colline di Gradoli.
Tutti gli anni la fratellanza perpetua la tradizione: il giovedì grasso vengono messi all’asta i prodotti che i membri dell’associazione, vestiti con il saio e incappucciati, hanno raccolto durante la questua della mattina, con il ricavato si finanzia il pranzo del mercoledì delle Ceneri.

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Composta di ciliegie di Montelibretti

Composta di ciliegie di Montelibretti

Composta di ciliegie di Montelibretti: una ricetta nata dalla presenza in casa di queste meravigliose ciliegie di Ravenna, coltivate da lunghissimo tempo nei territori di Montelibretti, Palombara Sabina, Nerola… Io avevo quelle specifiche di Montelibretti e le ho preparate per guarnire dolci soprattutto a base di ricotta, con la quale si sposa benissimo. 

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Gelato di ricotta con composta di ciliegie di Montelibretti

gelato di ricotta con composta di ciliegie di Montelibretti

Due prodotti d’eccellenza del nostro territorio per preparare questo gelato di ricotta con composta di ciliegie di Montelibretti: la rinomata ricotta romana D.O.P. e le le ciliegie Ravenna di Montelibretti. Non poteva che uscirne fuori un dolce dal sapore gustosissimo, inimitabile. Nella nostra tradizione non abbondiamo di dolci, ma sono tutti preparati con prodotti semplici e di qualità. E anche questa ricetta va conservata, custodita, protetta… 

La ricetta tradizionale vera e propria è il solo gelato, la composta di ciliegie di Montelibretti l’ho preparata di mia iniziativa e la ricetta la potete trovare qui.

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Lattuga romana stufata

lattuga romana stufata

Molto spesso dimentichiamo che la lattuga non si consuma solo in insalata. Ci sono anche ricette che prevedono la sua cottura – lattuga romana stufata una di queste.

Ho voluto proporre di proposito la lattuga romana stufata, che senza dubbio merita non essere dimenticata. Io l’ho cucinata, mangiata e apprezzata come non mai. Ottima tiepida se non addirittura fredda nei mesi più caldi. Un sapore avvolgente, che vi invito a provare. In più questa ricetta è preparata con tre prodotti eccellenti delle nostre terre: la lattuga romana, le olive di Gaeta e il pecorino romano dop… Non me la sono lasciata sfuggire!

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Zuppa di fagioli del Purgatorio

zuppa di fagioli del purgatorio

Uno strano nome per questo piatto: zuppa di fagioli del purgatorio . Ma il protagonista, questo fagiolo di piccole dimensioni, è particolare: non solo ha eccezionali caratteristiche organolettiche ed è ricco di minerali, ma è coltivato senza l’uso di prodotti chimici e la raccolta avviene ancora come si faceva tanto tempo fa… a mano, quando i baccelli cominciano a disseccarsi! Continue Reading