Ulisse fu uno dei primi ad approdare sulle spiagge di Ponza e a soggiornare sull’isola. Gli imperatori romani, furono letteralmente incantati dalle bellezze di Ponza fino a farla diventare loro dominio personale costruendoci ville monumentali dove trascorrevano lunghi periodi di ozio e riposo.
Laziogourmand non è stato stregato, come Ulisse, dagli intrugli magici di una maga Circe, né tantomeno membro di nessuna famiglia imperiale, ma ospite dell’Azienda Casale del Giglio in collaborazione con l’Agenzia di Comunicazione MG Logos, all’Area Manager aziendale Tommaso Tartaglione, alla Meta Energia ed alla Ponziana Viaggi per promuovere le “Cantine Aperte” manifestazione che si terrà sull’Isola di Ponza il 28 e il 29 Maggio prossimi.
Laziogorumand insieme ad altri blogger e influencer del mondo enogastronomico e non solo, ha avuto l’onore di varcare le soglie dell’Azienda di Casale del Giglio con “A Ponza Cantine Aperte: incanto e vitigni”, per conoscere il progetto di recupero e valorizzazione della Biancolella di Ponza (storico vitigno autoctono dell’Isola).
Con questo progetto l’Isola acquista ancora maggior valore e interesse, meta di un turismo colto, affascina per l’aspra natura del luogo, la bellezza del mare e la cucina saporita.
Tra le piccole isole del nostro mare, Ponza e le altre Pontine sono tra le meno estese e le più intime: disseminate su una superficie di oltre 11 chilometri quadrati, a sud del Circeo, le Pontine sono collegate alla terraferma da un servizio di traghetti e aliscafi in partenza da diverse località della costa laziale e campana: Fiumicino, Anzio, Terracina, Formia, Napoli. Gli aliscafi sono i più veloci e permettono di raggiungere l’Isola in tempi ragionevoli, ma,per chi volesse lentamente godere della bellezza selvaggia delle isole, deve prendere il traghetto.
Geograficamente le Pontine appartengono al Lazio, ma hanno un deciso carattere campano. Questo si spiega con la colonizzazione borbonica, avvenuta nel corso del ‘700. Due re Borboni, prima Carlo III e poi suo figlio Ferdinando IV di Borbone, favorirono l’insediamento su Ponza di famiglie ischitane e procidane alle quali si aggiunsero, in seguito a una terribile eruzione del Vesuvio, gruppi di profughi di Torre del Greco. Ecco perché un po’ ovunque tra le stradine e i vicoli di Ponza si percepisce il vivace carattere partenopeo: nell’architettura delle case, bianche con il tetto a cupola, le arcate e le scale esterne simili a quelle di Ischia e Procida, nella parlata, nel modo di vivere e nella vocazione marinara.
Arrivare a Ponza e avvistare la costa è come assistere a uno spettacolo dove nessun particolare è stato dimenticato: dal biancore accecante delle scogliere, all’alternasi di spiagge, cale, faraglioni e scogli dai colori pastello, il mare che contrasta con le sue colorazioni che spaziano dal blu al verde e le case e casette con tetti quadrati, tutte vicine dai tipici colori, sparse sulle colline brulle e in questa stagione piene di fiori.
Una bellezza “difficile”, che può anche sembrare ostile: tufo e lava, rocce e magmi, disseminati ovunque, raccontano di esplosioni terrificanti, di eruzioni interminabili avvenute migliaia di anni fa. Il risultato di queste catastrofi è davanti agli occhi di tutti: gigantesche falesie bianche e gialle, colore dato dallo zolfo, precipizi di lava granitica grigia e faraglioni del colore della pece che si ritrovano in un disordinato ordine naturale. Chi decide di visitare l’sola per mare e di circumnavigarla ha un’ulteriore conferma della sua natura tormentata: grotte e archi naturali si alternano a giganteschi faraglioni.
Tra i modi di scoprire Ponza non va dimenticato il più semplice: le escursioni a piedi, rese facili e meno pericolose dalla mancanza di auto sull’isola. Le camminate danno anche l’occasione di vedere da vicino le “catene”, cioè i terrazzamenti ricavati sui fianchi ripidi dei rilievi dell’isola e di scoprire che una coltivazione tipica di Ponza è quella della vite. Il terreno dell’isola, di natura vulcanica, permette, la coltivazione di un’uva gustosa. Il vino qui ha origini antichissime addirittura mitiche. Qui richiamiamo il nostro amico Ulisse che sembra sia stato sopraffatto non solo dalla bellezza di Circe ma anche dalla somministrazione di un vino particolarmente buono.
Capisco Ulisse, anche noi siamo state sopraffatte dalla bontà, dal profumo, dal gusto fruttato e fresco, lievemente salato del Faro della Guardia di Casale del Giglio da uve di Biancolella, varietà originaria della Campania, ora autoctona laziale. Proprio camminando, per vicoli e scale di pietra tra la vegetazione ricca di fiori e varietà infinita di macchia mediterranea abbiamo potuto apprezzare lo sforzo, la difficoltà nella coltivazione di queste viti, che vengono tenute basse per evitare che l’impetuosa brezza marina possa piegarle, ma brezza marina amica che asciuga la brina e lascia un poco di sale sui chicchi per preservarne la stabilità! Miracoli della natura e della sapienza di esperti come Paolo Tiefenthaler, storico enologo trentino di Casale del Giglio.
Purtroppo la produzione di questo meraviglioso vino è limitatissima e relegata alla distribuzione esclusiva dell’isola. Questo profumatissimo vino servito alla temperatura di 12°C si sposa perfettamente con un piatto locale tipico di Ponza le “Linguine c’o Fellone“, tradotto: Linguine con la Granseola.
Questo e altri piatti mediterranei abbiamo gustato nel ristorante “A Casa di Assunta“. Non perdetevi questa tappa! Assunta regala agli ospiti il meglio di sé con i suoi piatti a base di pesce e le verdure valorizzate con i prodotti dell’isola come l’origano e i capperi.
Ponza e Casale del Giglio aderiscono all’iniziativa “Cantine Aperte” l’appuntamento più amato dal Movimento Turismo del Vino “Vedi cosa bevi, per accrescere la cultura, il prestigio, la fiducia nel vino e creare prospettive di sviluppo economico per le aree ad alta vocazione vitivinicola. Il Movimento mira ad incrementare il flusso di visitatori diretto ai luoghi di produzione enologica. I produttori che fanno parte del Movimento Turismo del vino sono uniti nella convinzione che le cantine siano una meta turistica al pari di un museo o di un monumento d’arte….“
Dalle degustazioni alle visite in vigna, numerose saranno le iniziative che dalle Alpi all’Etna celebreranno il sodalizio tra vino e foto.
Cantine Aperte è l’evento enoturistico più importante in Italia. Dal 1993, l’ultima domenica di maggio, le cantine socie del Movimento Turismo del Vino aprono le loro porte al pubblico, favorendo un contatto diretto con gli appassionati di vino. Cantine Aperte è diventato nel tempo una filosofia, uno stile di viaggio e di scoperta dei territori del vino italiano, che vede, di anno in anno, sempre più turisti, curiosi ed enoappassionati avvicinarsi alle cantine, desiderosi di fare un’esperienza diversa dal comune. Oltre alla possibilità di assaggiare i vini e di acquistarli direttamente in azienda, è possibile entrare nelle cantine per scoprire i segreti della vinificazione e dell’affinamento.
Qualche vino può far girare la testa. I migliori, fanno girare i turisti!
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