Dei Carciofi alla Matticella si trovano tracce in alcuni scritti dei Gesuiti che governarono la città al tempo dello Stato della Chiesa, come pure nei racconti dei nonni, tramandati di generazione in generazione.
In tempi lontani, quando i lavori nel vigneto venivano eseguiti interamente con le braccia, il contadino escogitava soluzioni ingegnose per ridurre la fatica. Una di queste consisteva nel piantare alla fine dei filari delle viti (le “capocciate”) delle piante di carciofi, che non amano terreni particolarmente lavorati e consentono di non zappare la “capocciata”.