LAZIO PREZIOSO 2020 : ARRIVA L’ANTEPRIMA

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LAZIO PREZIOSO 2020 RINVIATO A DATA DA DESTINARSI
Cancellata l’iniziativa in programma domenica 1 marzo a Roma
La rivista Cucina & Vini, organizzatrice di Lazio Prezioso 2020, già in programma domenica 1 marzo presso il The Westin Excelsior Rome, annuncia che l’iniziativa è rinviata a data da destinarsi.

Di seguito la dichiarazione, con le motivazioni di tale scelta, di Francesco D’Agostino, direttore di Cucina &Vini:
“A malincuore annunciamo di aver deciso di rinviare la manifestazione Lazio Prezioso 2020, che era prevista per la giornata di domenica 1 marzo presso The Westin Excelsior Rome. Al di là dei fatti che attualmente vedono Roma relativamente coinvolta in termini di contagio, la non serenità di tutti ci porta a rinviare l’evento a un momento più sereno che auspichiamo arrivi al più presto”.

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BEVIAMOCI SUD, IL I FESTIVAL DEI ROSSI DEL SUD ITALIA

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BEVIAMOCI SUD, IL PRIMO FESTIVAL DEI GRANDI ROSSI DEL SUD ITALIA

Arriva a Roma, il 1° e il 2 di febbraio, la prima edizione di Beviamoci Sud,

il primo festival dei grandi rossi del Sud d’Italia.

Presso il Radisson Blu Hotel, attraverso banchi di assaggio e seminari tematici, operatori e appassionati di tutto il mondo potranno scoprire e degustare le eccellenze vinicole del sud nell’evento BEVIAMOCI SUD.

Dopo due edizioni di “Aglianico a Roma”, segnate da un grande successo di pubblico, l’agenzia Riserva Grande, Luciano Pignataro ed Andrea Petrini (Percorsi di Vino), hanno deciso di ampliare ulteriormente la sfida creando per la prima a volta in Roma il primo festival dei vini del Sud Italia che sarà suddiviso in due momenti, uno legato ai rossi e uno legato ai bianchi e rosati.

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SAPORE DI PONZA – Alla scoperta di EEA, esclusiva, elegante, autentica

EEA Ponza

Ponza e vigneto di Biancolella

SAPORE DI PONZA – Alla scoperta di EEA, esclusiva, elegante, autentica – Torna dal 13 al 15 settembre a Ponza la II Edizione della manifestazione diffusa, nata per la valorizzazione delle risorse autoctone e delle eccellenze agroalimentari tradizionali dell’isola. Saranno tre le giornate alla scoperta dell’isola tra piatti tipici come la parmigiana di cactus e prodotti come la bottarga di pesce spada e il tonno alalunga sott’olio. Non solo cibo ma anche trekking, storia, archeologia e la vendemma del Biancolella, insomma una ventina di proposte per svelare ai turisti una Ponza a 360°.

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IL CARNEVALE ROMANO E LA CORSA DEI CAVALLI BERBERI

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Théodore Géricault, Corsa dei Cavalli Berberi, 1817, Olio su carta applicata su tela, 60×45, Parigi, Musée du Louvre

Conoscete la Corsa dei cavalli Bàrberi?

E’ una tradizione che risale al Carnevale Romano, ma… andiamo con ordine.

Avvicinandosi i giorni di Carnevale nel corrente anno 1852, presso le intelligenze prese in oggetto con la suprema Autorità, è stato disposto, che abbiano luogo in tale circostanza i divertimenti delle corse, de’ festini e de’ cosi detti veglioni. Si è permesso ancora l’uso degli abiti da maschera… Si è però proibito affatto l’uso della maschera, e qualunque contraffazione sul volto, non solo con barbe finte, ma eziandio con tinture ed altri artifizi, si di giorno che di notte, ed in qualsivoglia luogo, tanto pubblico quanto privato, inclusivamente ai teatri, ai festini ed ai veglioni suddetti. Perché poi durante i divertimenti permessi nei medesimi giorni di Carnevale sia preservata la pubblica tranquillità dello Stato della Santa Sede Apostolica, e sieno mantenuti in ogni modo il buon ordine e la decenza, V.S. Illma e Rma sarà per adottare tutte quelle disposizioni, e tutti quegli ordini ch’Ella nella sua sagacità e prudenza credere a ciò opportuni e necessari….

Roma 3 gennajo 1852.
Il Vice Camerlengo della S.R.Chiesa
Ministro dell’Interno
Domenico Savelli

Il Carnevale Romano ha origini antiche che risalgono ai Saturnali, solenni feste di carattere popolare che si celebravano in onore di Saturno; nasce nel Medioevo e, durante il Rinascimento, diventa così popolare da richiamare gente che giungeva da fuori Roma per assistere ai festeggiamenti carnascialeschi che si svolgevano nelle piazze e nelle strade romane.

Il periodo di massimo splendore si ha dopo l’elezione di Papa Paolo II nel 1464; il Pontefice trasferisce la residenza pontificia a Palazzo Venezia e concentra i festeggiamenti in particolare a via Lata, l’attuale via del Corso.

Tutto il popolo era coinvolto nella celebrazione del carnevale romano con sfilate in maschera carri allegorici, tornei, giostre, la festa dei moccoletti e la corsa dei cavalli berberi (o barberi).
I Bàrberi sono i cavalli da corsa il cui nome deriva da Bàrberia, il territorio dei Bèrberi , ovvero il Marocco, l’Algeria, la Tunisia e la Libia, terre da cui provenivano gli animali migliori.
La corsa si svolgeva lungo via Lata, l’attuale via del Corso, per concludersi in piazza San Marco, l’attuale Piazza Venezia, dove i cavalli che correvano liberi, cioè senza fantino venivano ripresi.
L’avvenimento affascinava e coinvolgeva emotivamente i viaggiatori stranieri e gli artisti tanto che in molti lo hanno descritto nelle loro opere.

Goethe, che partecipò al carnevale del 1788, sottolineava la difficoltà di descrivere a parole l’atmosfera di quei giorni “una così grande e vivace massa di fenomeni sensibili dovrebbe essere percepita direttamente dall’occhio e osservata e afferrata da ciascuno a propria guisa”, e “il Carnevale a Roma non è una festa data al popolo, ma una festa che il Popolo da a se stesso. Il governo non fa nè preparativi nè spese. Non illuminazione non fuochi artificiali, non processioni splendide, ma un semplice segnale che autorizza ciascuno ad essere pazzo e stravaganti quanto gli pare e piace, ed annunzia che, salvo le bastonate le coltellate tutto è permesso”.

Descrive il suggestivo spettacolo, riportato poi nel suo Viaggio in Italia, “ i cavalli, secondo l’ordine sorteggiato, vengono condotti da stallieri in costume fra le transenne erette dietro la fune… gli stallieri usano tutta la loro energia e abilità per trattenerli… finalmente la fune si abbassa e i cavalli sfrecciano via… . A Palazzo Venezia, intanto, altri stallieri aspettano l’arrivo dei barberi entro un recinto chiuso dove li agguantano e li imbrigliano con perizia”.

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Théodore Géricault, Corsa di cavalli, 1816-1817. Olio su tela, 59,5×44,5, Baltimora, Walters Art Gallery

Alessandro Dumas, nella seconda metà dell’Ottocento, così descrive il clima di attesa e di euforia che si creava intorno all’attesissima corsa del carnevale romano : “I pedoni si addossano al muro dei palazzi, poi si ode lo scalpitio di molti cavalli ed un rumore di sciabole sguainate. Una compagnia di gendarmi percorre al galoppo e in tutta la sua lunghezza il corso, per far posto ai Barberi. Quando la compagnia arriva davanti a Palazzo Venezia, la detonazione di un’altra batteria di mortaretti annuncia che la strada è libera. Così subito, in mezzo ad un clamore immenso, generale, inaudito, si vedono passare come ombre sette od otto cavalli eccitati dalle grida di 300.000 spettatori e dalle castagne di ferro…”

Molti autori Goldoni, Belli, Gogol, Andersen, Dickens e tanti altri cercarono di restituire il clima di euforia collettiva che si respirava a Roma durante il Carnevale. Ma furono certamente gli artisti quelli che riuscirono a rendere con maggiore efficacia, i momenti salienti della festa, dalle mascherate, agli appuntamenti immancabili delle corse dei berberi, alla festa finale dei “moccoletti” e a trasmettere il clima di festa attraverso i loro dipinti.

Una attenzione particolare la voglio dedicare a un artista, autore di un’opera grandiosa e drammatica, “La zattera della Medusa”, che a Roma scoprì l’energia vigorosa di Michelangelo, la carica rivoluzionaria e l’accentuato realismo di Caravaggio, l’equilibrio e l’armonia di Raffaello: Théodore Géricault.
Nel periodo romano Géricault esplora le antichità ma viene soprattutto colpito dalla vita quotidiana, dalle feste, dagli uomini, dalle donne e studia gli artisti del Rinascimento. Nascono da questi interessi i bozzetti della corsa dei cavalli Barberi, e Uno si distingue nettamente da tutti gli altri. Si tratta della Cattura di un cavallo selvaggio nella campagna romana.

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Théodore Géricault, Cattura di un cavallo selvaggio nella campagna romana, 1816. Olio su tela, 60,5×48,5, Rouen, Musée des Beaux-Arts

Il soggetto rappresenta il momento della ripresa di cavalli e trasfigurato seguendo le suggestioni del clima classicista dell’ambiente artistico romano. La scena viene proiettata nel passato in un mondo classico ideale e senza tempo. Il contrasto fra l’orizzontalità del dorso del cavallo e della porzione dipinto lasciata al paesaggio e l’inclinazione dei giovani che catturano l’animale selvaggio e cercano di immobilizzarlo trattenendolo per la testa, per la criniera, e per la coda danno una sensazione di forza e movimento alla scena in cui i personaggi e il paesaggio sullo sfondo sono tratteggiati in maniera sintetica. La lezione della pittura rinascimentale è fortemente presente.

Nella corsa dei cavalli berberi, come in molte sue opere, si fondono l’antico e il moderno, le architetture classiche, le forme michelangiolesche e gli eventi della strada nella loro contingenza.
A stento gli uomini forti e vigorosi, riescono a trattenere i cavalli. L’immagine mette in scena la tensione, la contrapposizione dei corpi, lo sforzo, la compressione dell’energia che sta per esplodere. Un dinamismo fremente, incontenibile, eccessivo secondo i canoni classici.

Il pubblico assisteva dalle tribune costruite vicino alla partenza,  lungo la via Lata o dai balconi, adornati con drappi, che davano sulla via, o dalle pendici del Pincio. Prima della partenza i barbareschi trattenevano i cavalli frementi che, al momento dello sparo, si lanciavano lungo la via per raggiungere piazza San Marco, dove venivano a fatica catturati dai barbareschi.

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Théeodore Gericault, La corsa dei cavalli ribelli, la ripresa, 1817. Olio su carta apllicata su tela, 61×45, Lille, Musée des Beaux-Arts

Erano momenti spettacolari e così pericolosi che nel 1874, con l’avvento dei Savoia, si abolirono per sempre le corse, segnando così l’inizio del declino del Carnevale romano.
Durante il Carnevale di Ronciglione, a testimonianza di questa tradizione, per lungo tempo si è svolta la corsa dei cavalli a vuoto, da due anni non si corre più..

Fish Festa a Santa Marinella

Fish Festa a S. Marinella
Fish Festa

Fish Festa a Santa Marinella

Grande festa a S. Marinella, una festa che dura un mese: ogni fine settimana a partire dal 9 ottobre fino al 1 Novembre, S. Marinella profuma di mare e che mare! Quello dei pescatori, della pesca eco-sostenibile, del pesce azzurro, di cucina e di chef insomma al Fish Festa a Santa Marinella avrete un fitto calendario da visionare.

Per ben quattro fine settimana seguendo il programma dettagliato che a breve vi daremo, avrete la possibilità di scegliere come vivere la prima edizione di Fish Festa: con laboratori, uscite in mare, concerti e due incontri per visitare il Castello di Santa Severa, convegni, presentazione dell’Olio nuovo di Canino, gare di cucina, o solo gustando i piatti preparati.

Il consiglio che ci arriva dall’organizzazione è di prenotare le vostre visite così da non avere sorprese.

Notizia confortante, per chi è in auto tutta la settimana e non ha voglia di cimentarsi col traffico, è che ci sarà a disposizione un FishTrain di Trenitalia per chi viene da Roma e da Ladispoli e un FishBus di Cotral, si scenderà al centro di S. Marinella dove, ovunque cartelli indicatori e manifesti, vi condurranno in un percorso fatto di “Fish” infatti avrete la possibilità di gustare Cocktail Fishy, Biscotti Fishy, pizza con il pesce, farti un Fishy selfie e seguire tutte le inziative in programma. L’ultimo fine settimana ci sarà l’immancabile Festa di Halloween e vedremo in questa occasione divertente per i bambini, cosa si inventerà l’organizzazione!

A proposito di organizzazione, il Consigliere Comunale Andrea Passerini, in conferenza stampa ci dice “Anche se si tratta della prima edizione, l’offerta è così ricca ed interessante che questo evento sta già ricevendo molta attenzione per l’opportunità di poter accedere gratuitamente ad ottobrate molto speciali e voglio ricordare che sarà realizzato per il nostro comune da Nosilence srl, grazie ad un finanziamento dalla Regione Lazio, Fondo Europeo per la Pesca, GAC Lazio Nord“.

Non vi resta che andare nel sito, leggere attentamente ogni notizia, prenotarvi e divertirvi a suon di pesce azzurro e non solo!

Programma:

9-11 OTTOBRE: ALICE ED I SUOI AMICI

Delizie fresche e lavorate, salature, affumicature, essiccature e ricette da tutto il mondo.

16-18 OTTOBRE: IL PESCE IERI, IL PESCE OGGI…E DOMANI?

Storie del mare e della pesca, salute a tavola, filiera, sostenibilità e convenienza.

23-25 OTTOBRE: I TESORI DEL NOSTRO MARE

Quando il pescato locale incontra i prodotti locali: gli chef si scatenano!

30 OTTOBRE – 1 NOVEMBRE: IL PESCE È UNA FESTA!

Halloween e Fish Finale a sorpresa!

Ringraziamo Angelo Fanton e il suo Ufficio Stampa Silvia de Leonardis food&travel blogger per il comunicato stampa e i continui aggiornamenti.

www.fishfesta.fish

Radio Centro Suono 101.3 darà costantemente aggiornamenti sull’evento

Facebook: Fishfesta

L’account di Twitter sarà #FishFesta2015

Biglietto: Registrazione e partecipazioni gratuite

Orario : venerdì pomeriggio, sabato, domenica a pranzo 

 

 

Santa Rosa e l’Azienda Vigne del Patrimonio

Alarosa

Festa di Santa Rosa

La notte di luce di Viterbo, contributo della città al “Patrimonio immateriale dell’Umanità”, brinda con l’Azienda Vigne del Patrimonio con ALAROSA

L’UNESCO ha attribuito al “Trasporto della macchina di Santa Rosa” (rievocazione della traslazione presso il convento delle Clarisse del corpo incorrotto della Santa) un valore universale, riconoscendo la celebrazione come “Patrimonio immateriale dell’Umanità”.

Macchina di Santa Rosa

(Foto presa da “Visit Viterbo”)

Ogni anno il 3 settembre nell’ora in cui cala la notte, quando gli animi possono confondersi nelle insidie del buio, a Viterbo splende una luce impareggiabile e portentosa, una torre di 30 metri del peso di 50 quintali che cento uomini, i Facchini di Santa Rosa, si prendono la responsabilità e l’onore di portare attraverso la città perché illumini tutti: nessuno può restare indifferente all’emozione di vedere un tale coraggio che scaturisce dalla fede e dalla devozione verso la figura di un Santa bambina, simbolo di pace e del soccorso ai più deboli e ai derelitti.

L’impresa, come un gesto penitenziale in favore di tutti, si rende possibile grazie alla perfetta sincronia dei movimenti dei Facchini che sono sapientemente organizzati e diretti dal loro Capo, i cui ordini risuonano, nella notte di fatica e dolore, perentori e assolutamente decisivi nel mantenere l’equilibrio della torre luminosa. La città si stringe intorno ai suoi eroi e li sostiene, insieme a migliaia di persone arrivate da fuori, con la forza silenziosa della preghiera e dell’ammirazione, trattenendo anche il respiro, nei passaggi più difficili e pericolosi, oppure, nei momenti di riposo, incoraggiandoli con calore e caricandoli di energia per la ripresa.

Tra le tante manifestazioni di incoraggiamento e sostegno c’è il momento dell’incontro in Prefettura: quando la Macchina si ferma per un breve riposo che consente al folto pubblico radunato nella bellissima piazza del Plebiscito di ammirare il simbolo della santità, il Capo dei Facchini con una piccola delegazione, viene accolto dal Prefetto in un solenne e caloroso momento di apprezzamento e incitamento e con il dono di una bottiglia di spumante da stappare non appena l’impresa sarà compiuta.

Alarosa Quest’anno è stata scelta la magnum di ALAROSA, vino spumante metodo classico brut – naturalmente rosé – di una piccola, nuova realtà della Provincia, l’Azienda Vigne del Patrimonio di Ischia di Castro. L’Azienda, nata nel 2010, deve il nome al suo legame con il territorio: infatti l’antica denominazione dell’attuale provincia di Viterbo, quando questa faceva parte dello Stato Pontificio, era “Patrimonio di S.Pietro”.

Vigne del Patrimonio

I vigneti di chardonnay e pinot nero, dai quali vengono le uve di ALAROSA, sono impiantati su morbide e soleggiate pendici vulcaniche che, scendendo dal lago di Bolsena guardano al mare, in un paesaggio dove regna ancora l’armonia della natura.

Logo Vigne del Patrimonio

Il logo riproduce l’immagine di un leone alato etrusco, ritrovato nelle rovine dell’antica città-modello di Castro che sorgeva non lontano dalla piccola proprietà di “Vigne del Patrimonio”.

Estate Leonessana 2015

Estate Leonessana 2015

Il paesaggio è quello tipico della Sabina: incastonata nell’appennino, Leonessa, delizioso centro di origini medievali, a 1000 metri di quota nel nostro amato Lazio,  possiede edifici sacri che custodiscono opere d’arte di grande interesse.

Al confine con l’Umbria e l’Abruzzo offre mille opportunità di gite, luoghi turistici, percorsi sia estivi che invernali. Famosa per la Sagra della Patata, Leonessa sarà ancora protagonista su Lazio Gourmand per documentarne l’evento ad ottobre.

In questa sede, intanto, vi vogliamo segnalare l’Estate Leonessana 2015 che accompagnerà il visitatore in un soggiorno indimenticabile.

L’Estate Leonessana 2015 sarà motivo, per molti di voi, di sopralluoghi, in queste meravigliose zone, anche per vacanze invernali legate al Monte Terminillo nel vicino impianto di Campo Stella.

Le informazioni relative alla città e il programma completo degli eventi estivi li troverete sul sito della Pro Loco di Leonessa.

Pro Loco di Leonessa

Programma Estate Leonessana 2015

 

Note di Luppolo a S. Martino al Cimino

Note di luppolo

Su segnalazione di un’amica di Lazio Gourmand, Roberta Castrichella del blog Robysushi pubblichiamo questo evento Note di Luppolo dedicato alle birre artigianali e allo street food che tanto ci piace!

La cornice di Note di Luppolo è una delle tante perle del Lazio S. Martino al Cimino, una frazione di Viterbo con un antico centro medievale e vicino al Lago di Vico.

Tra lo street food abbiamo dei grandi classici come panini con hamburgher,  patatine, fritti di pesce, hot dog e l’intramontabile panino con la salsiccia e tra le birre artigianali grandi proposte come Alta Quota, Birrificio Castelli Romani, Padus, Bai e tanti altri.

Insomma un evento da gita fuori porta tutto da assaporare e un territorio che vale la pena di valorizzare. Avete tre giorni di tempo per visitarlo e per ascoltarlo, già perchè Note di Luppolo è anche musica abbinata ad un contest musicale di band emergenti con tanto di giuria. Mentre per le tre serate tre band più affermate saranno presenti ad allietare la visita.

Pro loco S. Martino al Cimino

Robysushi

Note di Luppolo