vegetariano
BROCCOLI ROMANESCHI COTTI A CRUDO
“I broccoli romaneschi cotti a crudo, ricetta tipica, fanno parte dei piatti di verdure di cui la cucina romanesca “popolare” è ricca. Le verdure infatti, non solo accompagnano pietanze vigorose e saporite, ma, condite con un buon olio extra vergine, strascinate in padella con aglio e peperoncino o arricchite di ripieni piccanti, sono ricche di gusto e protagoniste della cucina romanesca. Il broccolo non solo è molto buono, ha anche grandi virtù salutari, caratteristica comune in tutte le numerose varietà di cavoli. Non a caso Plinio il Vecchio affermava che grazie ai cavoli i Romani avevano evitato per secoli le cure degli odiati medici greci.”
Per questo piatto è indispensabile il broccolo romanesco. Colore verde intenso, brillante e uniforme, forma piramidale, cimette disposte a spirale; foglie di un bel verde cupo. Servono pochi ingredienti, l’olio che deve essere un extra vergine di oliva, ad esempio olio sabino di itrana; l’aglio e il vino, dei Castelli romani possibilmente. Qui troverete informazioni e curiosità su questo splendido ortaggio.
1 broccolo romano
1 bicchiere di vino bianco secco
2 spicchi di aglio
olio extra vergine di oliva
q.b. di sale e pepe
Per preparare i broccoli romaneschi cotti a crudo, prendere un broccolo romano fresco, sodo e privo di macchie, con le foglie esterne verdi, turgide e aderenti. Staccare le foglie ed eliminare quelle dure. Tagliare le infiorescenze alla base con un coltello affilato per non romperle e inciderne il gambo. Dividere in due parti per tutta la lunghezza i gambi delle foglie grandi e lasciare intere quelle piccole. Lavare bene sotto l’acqua corrente e poi mettere in acqua fredda il broccolo così “capato” (pulito).
In una padella versare un po’ di olio e far soffriggere leggermente due spicchi di aglio schiacciati. Quando l’aglio comincia a rosolare, prende un bel colore biondo e sprigiona tutto il suo aroma, unire le foglie e farle appassire; aggiungere le cimette del broccolo, salare, pepare e mescolare. Far insaporire e poi bagnare con un bicchiere di vino bianco secco, coprire e continuare la cottura a fuoco lento. Se il fondo asciuga, aggiungere ancora un po’ di vino, ma solo fino a metà cottura. Mescolare di tanto in tanto con delicatezza affinchè le cimette rimangano intatte. Come ci ricorda Giuliano Malizia: “la mansione del coperchio è importante, tanto è vero che i broccoli vengono detti anche “affogati”.
Quando i broccoli sono ben asciutti e insaporiti sono pronti. Servirli caldi.
Minestra di broccoli con l’arzilla
In omaggio a questo Principe dell’inverno vi voglio proporre una ricetta tipica laziale, una ricetta che ho visto spesso fare in casa la Minestra di Broccoli con l’Arzilla, così si chiama a Roma la Razza, pesce di cui si utilizzano le “ali” spellate pronte per l’utilizzo. Un piatto della grande cucina popolare romana che si fa sempre più raro. Il piatto, stranamente, non è preso in considerazione da Ada Boni, e nemmeno da Carnacina-Buonassisi. Aldo Fabrizi, invece nelle ricette in versi di Nonna Minestra, contempla la “Pasta e piselli cor brodo de pesce” e, quasi una variante, la “Pasta e broccoli cor dado de pesce”.
Minestra di Broccoli con l’Arzilla
Una ala di arzilla di 5oo g – Un broccolo da 1 kg – 3 etti di pasta – ½ kg di pomodori in scatola – 2 grossi spicchi di aglio – 3 filetti di alici Sedano e cipolla Sale, peperoncino, vino bianco e olio extravergine q.b.
PREPARAZIONE
Si fa cuocere l’arzilla in acqua e sale, aggiungendo sedano e cipolla. A parte Si prepara il soffritto per la minestra con solo olio e aglio a pezzettini e i filetti di acciuga. Fate rosolare e versate il broccolo già lavato e tagliato in cimette. Fate insaporire con il soffritto, aggiungete il peperoncino, un poco di sale e una spruzzata di vino bianco. Fate evaporare e aggiungete i pomodori mescolate e cuocete per qualche minuto. Aggiungete ora il brodo di arzilla, e appena giunto a cottura il broccolo potete versare la pasta. La più usata per questo piatto è quella che si chiama “gramigna” ma a Roma sono detti “cazzetti d’angelo” o pasta lunga spezzata.
Il Fagiolo Borbontino P.A.T.
L’AIFB (Associazione Italiana Food Blogger) ha presentato recentemente il Calendario del Cibo Italiano. Si tratta di un calendario, dove ogni giorno sarà dedicato a un piatto o a un prodotto tipico italiano. Il 16 gennaio sarà la Giornata della Pasta e Fagioli nell’ambito della Settimana del Maiale ed io sarò l’Ambasciatrice, cioè colei che diffonderà l’origine e le varianti esistenti in Italia. In questo contesto ho voluto far conoscere e descrivere i Fagioli che ho usato per il mio piatto. Borbona (RI) è il regno incontrastato di questa varietà e l’intervista che leggerete sarà il coronamento al mio post sul sito dell’AIFB, dedicato a questo piatto povero ma eccezionale!
Lattuga romana stufata
Molto spesso dimentichiamo che la lattuga non si consuma solo in insalata. Ci sono anche ricette che prevedono la sua cottura – lattuga romana stufata una di queste.
Ho voluto proporre di proposito la lattuga romana stufata, che senza dubbio merita non essere dimenticata. Io l’ho cucinata, mangiata e apprezzata come non mai. Ottima tiepida se non addirittura fredda nei mesi più caldi. Un sapore avvolgente, che vi invito a provare. In più questa ricetta è preparata con tre prodotti eccellenti delle nostre terre: la lattuga romana, le olive di Gaeta e il pecorino romano dop… Non me la sono lasciata sfuggire!